Siamo arrivati al quarto appuntamento e oggi vi parleremo di un circuito recentemente scomparso, demolito solo l’anno scorso: si tratta del Jacarepaguà.
Il circuito del Jacarepaguà era uno dei più importanti circuiti brasiliani e ha ospitato diverse gare di Formula 1. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 1971 ed Emerson Fittipaldi e Luiz Pereira contribuirono alla progettazione, consigliando delle modifiche al tracciato, l’aggiunta del circuito corto e alcuni metodi di protezione in caso di incidenti o fuoripista. I lavori si fermarono nel 1975 per motivi economici, ma ripresero dopo un anno e finirono nel 1977.
Il Jcarepagua dal 1978 al 1995.
Inizialmente conosciuto come Barra da Tijuca (nome ufficiale, poi cambiato in Jacarepaguà prima dell’inaugurazione), il circuito brasiliano era lungo 5.031 metri e si percorreva in senso anti-orario, anche se inizialmente era progettato per girare in senso orario. Non presentava grosse difficoltà, era molto veloce e poco insidioso, ma l’umidità (visto che era stato costruito vicino in una laguna) diminuiva la potenza dei motori.
Il Jacarepaguà ospitò delle gare di motociclismo locali nel suo primo anno di vita. Nel 1978 vi si corese la prima gara internazionale, ovvero il Gran Premio del Brasile valevole per la Formula 1. Il circuito riscosse molto successo e venne usato per una decina d’anni, anche come sede di parecchi test invernali. La gara di Formula 1 si disputava con un contorno scenografico spettacolare: il calore del tifo brasiliano, le montagne che si intravedono sullo sfondo e le decine, se non più, di mongolfiere colorate che si alzavano in cielo incantavano chiunque. Nel 1988, il Jacarepaguà prese il nome ufficiale di “Autódromo Internacional Nelson Piquet”, in onore del terzo titolo conquistato dall’omonimo campione brasiliano.
La partenza del GP del Brasile del 1989
Purtroppo la Formula 1 abbandonò il circuito brasiliano nel 1990, quando fu l’Interlagos a prendere il posto del Jacarepaguà, e il circuito perse la sua importanza internazionale. Per rientrare nel giro delle piste importanti, si progettò un ovale per accogliere la Champ Car, il campionato americano. Per costruirlo si dovette modificare una parte del tracciato stradale, che comunque rimase quasi immutato per la sua bellezza. Il circuito stradale si accorciò a 4.993 metri e l’ovale, inaugurato nel 1996, lungo 2.993 metri fu dedicato ad Emerson Fittipaldi.
La Champ Car a Jacarepagua, nel 1996
L’ovale aveva la forma trapezoidale e ospitò la Champ Car dal 1996 al 2000, regalando anche grande spettacolo. L’attuale record dell’ovale è di Christian Fittipaldi, il nipote di Emerson. Comunque la Champ Car lasciò il circuito brasiliano, ma il Jacarepaguà rimase nel giro perché cominciò ad ospitare dal 1995 il Gran Premio motociclistico del Brasile del Motomondiale. Inoltre, nel 1997, il circuito ospitò la 1000 miglia del Brasile, gara valevole per il campionato Endurance.
Alex Barros con la sua Honda al Jacarepagua, nel 2004
Dopo l’abbandono del Motomondiale nel 2005, il governo decise di demolire parte del tracciato per ospitare i Giochi Panamericani. Questo fu solo il primo passo della vera demolizione: infatti si pensò di demolire tutto il tracciato quando venne ufficializzato che i Giochi Olimpici del 2016 venivano ospitati a Rio de Janeiro. Per le gare locali (come la Stock Car brasiliana) veniva usato il circuito corto, un circuito che utilizzava parte dell’ovale e venne progettato da Hermann Tilke anche un circuito che prendeva parte del parcheggio dello stadio. Purtroppo l’attività del circuito venne chiusa nel 2012 e il Jacarepaguà venne demolito qualche mese dopo.
Il Jacarepagua ormai demolito (2012)
Il motorsport ha perso un altro pezzo di storia della sua vita e tutti noi non dimenticheremo mai la festa del Jacarepaguà e quello che ci ha dato, insieme alle varie gare disputatesi sul suo asfalto, ormai demolito dai Giochi Olimpici. La gioia dei Giochi Olimpici futuri non pareggerà mai quella che sprizzava dagli occhi dei tifosi brasiliani al rombo dei potenti motori F1 sul "loro" tracciato.